Usammo la chiatta al traghetto “Luna-che-bagna”, per raggiungere la tappa di Se-no-Ue
(“Sopra le rapide”). Ci dissero che le rovine del castello di Sato si trovavano circa a una lega e
mezza ai piedi delle colline sulla nostra sinistra, nella piana di Saga, vicino alla frazione di
Iizuka. Finimmo per trovare la collina di Maruyama dopo aver chiesto mille volte la strada.
Sulle sue pendici sorgeva un tempo il maschio di questo famoso guerriero. Ero commosso
trovando, ai piedi del tumulo, le rovine della posterla.
Le steli di famiglia si trovano sul sagrato del vecchio tempio vicino. Le più commoventi sono
quelle delle giovani mogli dei fratelli Sato. Dopo aver perso insieme i mariti in battaglia, ne
indossarono le pesanti armature per vendicare la suocera che non aveva potuto vedere i figli
tornare vincitori. Con gli occhi gonfi di lacrime mi auguravo che queste donne valorose non
vengano mai dimenticate. Perché viaggiare fino alla Cina lontana per visitare “la tomba che
piange”, quando davanti a queste steli non si riesce a trattenere le lacrime?
Entrammo nel tempio per chiedere del the. Tra i tesori che vi si conservano c’è la spada di
Yoshitsune e la bisaccia da viaggio del suo inseparabile Benkei (vinta la guerra Gen-pei,
1180-85, Minamoto-no-Yoritomo volle la morte del fratello Yoshitsune e lo fece braccare per
tutto il Paese, costringendolo al seppuku dopo la morte del gigantesco monaco-guerriero
Benkei che lo aveva protetto in leggendarie avventure).
Che fiera esposizione
spada, bisaccia e carpe di carta
nel giorno della festa dei giovani
La terzina è nata quando era prossimo il festival della Quinta Luna (verso il 20 giugno). |