Matsuo Bashô: Oku no Hosomichi

Oishida, o la grande pietraia

 

Volevamo discendere in barca il corso del Mogami e in Oishida passammo molti giorni ad attendere che il tempo si mettesse al bello.

In questa provincia lontana era fiorita un tempo l’antica forma letteraria del “verso legato” e gli abitanti del luogo, attaccati ai tempi che furono, si erano dedicati con fervore a queste composizioni. Si cimentavano nei versi con modi rustici, freschi come il suono di un piffero. Progredendo con mille esitazioni sul cammino dell’arte, non sapendo decidere tra il vecchio modello e il nuovo, si auguravano di avere da me qualche consiglio. Questa è la vera situazione che mi ha trattenuto in questo luogo. Pagai di persona, componendo per questi poeti di villaggio un rotolo intero di “versi legati” (alla fine del libro riportiamo un esempio di versi legati: *).

Chi avrebbe immaginato che, nel corso del pellegrinaggio consacrato a rendere omaggio ai predecessori, avrei avuto occasione di far conoscere il mio stile in tale luogo!

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* I “versi legati” sono una composizione collettiva, che in Cina e nella corte di Heian dava adito a gare di poesia, nel XIII e XIV secolo condivise da ceti diversi, come aristocrazia, clero, guerrieri, mercanti e contadini. Nel kusari-renga (poesia a catena), o renga come è più comunemente chiamato, poeti diversi si alternano a comporre le parti di un waka e lo stimolo consisteva nel superarsi in semplicità e originalità.

Citiamo i primi sei ku presi da: Cento stanze di tre poeti a Minase, 1488, composto da Sogi e due suoi discepoli.

Sogi: ancora della neve ai piedi del monte brumoso nella sera.
Shohaku: presso l’acqua che scorre laggiù c’è un villaggio tra i susini in fiore.
Socho: alla brezza del fiume un filare di salici mostra i colori della primavera.
Sogi: con lo sciabordio dei remi s’inizia il giorno.
Shohaku: forse la luna avvolta nella caligine del giorno indugia nel cielo.
Socho: i prati ricoperti di brina l’autunno è finito (così continua per circa cento strofe).

“Il renga non unisce un’idea con la successiva. Inoltre, ascesa e caduta, gioia e dolore si succedono uno dopo l’altro come spesso accade nel mondo. Come si pensa all’ieri, l’oggi è svanito; quando si pensa alla primavera, l’autunno è già qui e i fiori di ciliegio sono diventati aceri in fiamme”.

 




Il tempio in cima alla collina

Oku no Hosomichi, cuaderno de viaje, del gran Poeta de Haiku, Matshuo Bashô.

Il fiume Mogami

CAPITOLI

  1. Prologo
  2. Partenza
  3. Soka
  4. Gozaemon il Buddha
  5. Nikko
  6. Kurobane
  7. Sesshoseki, la “Pietra che uccide”
  8. Il salice di Saigyo ad Ashino
  9. La dogana di Shirakawa
  10. Sukagawa
  11. Paludi di Asaka
  12. La pietra da stampa di Shinobu
  13. Il castello di Sato a Maruyama
  14. Iizuka
  15. Kasashima
  16. Il pino di Takekuma
  17. Sendai
  18. La stele di Tsubo
  19. Sue-no-Matsuyama
  20. Shiogama
  21. Matsushima
  22. Zuigan-ji
  23. Ishi-no-maki
  24. Hiraizumi
  25. Shitomae-no-seki
  26. Natagiri-toge, “il Passo della serpe”
  27. Obanazawa, “la Valle delle canne argentate”
  28. Il tempio in cima alla collina
  29. Oishida, o la grande pietraia
  30. Il fiume Mogami
  31. Haguro-yama
  32. Gassan e Yudono-yama
  33. Sakata
  34. Kisakata
  35. La strada del Nord
  36. Nago-no-ura
  37. Kanazawa
  38. Tada
  39. Nata-dera
  40. I bagni di Yamanaka
  41. Zensho-ji
  42. La strada di Eihei-ji
  43. Fukui e Tsuruga
  44. Ogaki
  45. Epilogo

Bosque de Bambú, Camino del Haiku.Camino del Haiku