Volevamo discendere in barca il corso del Mogami e in Oishida passammo molti giorni ad
attendere che il tempo si mettesse al bello.
In questa provincia lontana era fiorita un tempo l’antica forma letteraria del “verso legato” e
gli abitanti del luogo, attaccati ai tempi che furono, si erano dedicati con fervore a queste
composizioni. Si cimentavano nei versi con modi rustici, freschi come il suono di un piffero.
Progredendo con mille esitazioni sul cammino dell’arte, non sapendo decidere tra il vecchio
modello e il nuovo, si auguravano di avere da me qualche consiglio. Questa è la vera
situazione che mi ha trattenuto in questo luogo. Pagai di persona, componendo per questi
poeti di villaggio un rotolo intero di “versi legati” (alla fine del libro riportiamo un esempio
di versi legati: *).
Chi avrebbe immaginato che, nel corso del pellegrinaggio consacrato a rendere omaggio ai
predecessori, avrei avuto occasione di far conoscere il mio stile in tale luogo!
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* I “versi legati” sono una composizione collettiva, che in Cina e nella corte di Heian dava
adito a gare di poesia, nel XIII e XIV secolo condivise da ceti diversi, come aristocrazia,
clero, guerrieri, mercanti e contadini. Nel kusari-renga (poesia a catena), o renga come è più
comunemente chiamato, poeti diversi si alternano a comporre le parti di un waka e lo stimolo
consisteva nel superarsi in semplicità e originalità.
Citiamo i primi sei ku presi da: Cento stanze di tre poeti a Minase, 1488, composto da Sogi e
due suoi discepoli.
Sogi: ancora della neve ai piedi del monte brumoso nella sera.
Shohaku: presso l’acqua che scorre laggiù c’è un villaggio tra i susini in fiore.
Socho: alla brezza del fiume un filare di salici mostra i colori della primavera.
Sogi: con lo sciabordio dei remi s’inizia il giorno.
Shohaku: forse la luna avvolta nella caligine del giorno indugia nel cielo.
Socho: i prati ricoperti di brina l’autunno è finito (così continua per circa cento strofe).
“Il renga non unisce un’idea con la successiva. Inoltre, ascesa e caduta, gioia e dolore si
succedono uno dopo l’altro come spesso accade nel mondo. Come si pensa all’ieri, l’oggi è
svanito; quando si pensa alla primavera, l’autunno è già qui e i fiori di ciliegio sono diventati
aceri in fiamme”. |