Lasciando alle spalle il monte Shirane-ga-Take, ci dirigemmo verso le sorgenti calde di
Yamanaka. A sinistra, alla base della collina, appare un oratorio dedicato alla dea Kwannon
(in sanscrito Avalokitesvara; vuole la leggenda cinese che fosse la figlia del governatore
della città di Souilin). La tradizione vuole che l’imperatore Kazan (968-1008) dopo aver
compiuto pellegrinaggio ai trentotto luoghi sacri delle province dell’Ovest, abbia consacrato
questa cappella a Kwannon, bodhisatwa della misericordia e della compassione. Battezzò il
tempio col nome di “Na-ta”, combinazione dei primi ideogrammi di Nachi e Tanigumi, prima
e ultima delle trentasei stazioni.
In un paesaggio di pini contorti e di picchi corrucciati, si trova questo piccolo santuario dal
tetto di paglia, appollaiato su una roccia. I blocchi di pietra sbiaditi dal passare degli anni
donano al luogo una bellezza e una singolarità funerea che supera quella del famoso tempio di
Ishiyama a Omi.
La pietra d’Ishiyama
non è così bianca, vento d’autunno,
questa è più bianca ancora |