Nella terra di Yamagata c’è un monastero di montagna che si chiama Ryushaku. Il grandemaestro
Jikaku-daishi (si tratta del nome postumo, Ennin era allievo di Saicho, Dengyodaishi,
a Hiei-zan; nell’838 accompagnò l’ambasceria di Fujiwara Tsunetsugu in Cina e da
questa esperienza trasse 21 volumi di osservazioni; divenne la massima autorità Tendai) l’ha
fondato nell’anno 860 in un luogo in cui si respira una pace e una serenità straordinarie.
Siccome continuavano a farmene l’elogio, allungai la strada di sette leghe per andare a
vederlo.
Depositato il bagaglio nell’alloggio dei pellegrini, prima che scendesse il buio salii al tempio.
Era un ammasso di enormi blocchi di pietra tra i quali si facevano largo pini vigorosi e
cipressi centenari. Un manto di muschio verde tenero copriva imparzialmente terra e pietre.
Tutte le porte delle cappelle secondarie erano chiuse e non si sentiva alcun rumore. Scalando
le rocce e issandomi fino alla cima, riuscii comunque a fare le mie devozioni davanti
all’oratorio principale.
C’era una splendida vista, la pace e la bellezza del luogo mi riempivano il cuore.
Nel silenzio della canicola
penetra anche la roccia
lo stridio della cicala |