Matsuo Bashô: Oku no Hosomichi

Kisakata

 

Terra e mare. Anche se avevo ormai contemplato tante meraviglie, sentivo battere forte il cuore davanti a Kisakata, la baia più famosa, dieci leghe a nord di Sakata. Superando dune e colline, costeggiando le insenature, affondando nella sabbia, vi giungemmo nell’ora del tramonto. S’era alzato vento dal mare, sferzando pioggia e sabbia fino a coprire anche la sagoma del monte Chokai. Cercavamo a tastoni il cammino in preda al sentimento ambiguo di voler trovare la bellezza che la tempesta ci rubava. Ci dissero che la pioggia aveva questo di buono, avrebbe pulito il cielo rendendo l’aria pura e trasparente. Scivolammo nella capanna di un pescatore per attendere la fine della bufera.

L’indomani il cielo era senza nuvole e il solo brillava. Con una barca a noleggio sbarcammo nell’isola dove il prete Noin era vissuto tre anni in ritiro spirituale. Sul greto di un isola vicina s’innalza l’annoso ciliegio, di cui Saigyo ha immortalato il riflesso nell’acqua, scrivendo:

I pescatori
passano remando
sui fiori di ciliegio

Quest’albero, più volte centenario, testimonia Saigyo.

Si vuole che il tumulo funerario che si leva sull’orlo della laguna sia quello dell’imperatrice Jingo (201-269, Jingo Kogo, imperatrice guerriera, che ha guidato una leggendaria spedizione in Corea), a cui più tardi è stato accostato Kanmanju-ji. Non avrei mai immaginato che l’Imperatrice si potesse avventurare fin qui. Perché la sua tomba è in questo luogo lontano?

Fu nostra la camera dell’abate. Quando le persiane di bambù vengono arrotolate, l’occhio abbraccia l’intera laguna di Kisa.

A sud, riflesso dalle onde calme, il monte Chokai pare reggere il cielo; a ovest lo sguardo arriva fino al posto di guardia della Barriera d’Uyamuya, mentre a est l’argine costruito su una lingua di terra, sfuma all’orizzonte verso il villaggio d’Akita; a nord invece il mare profondo penetra la laguna a Shiogoshi – “Letto del riflusso” – e questa laguna ricorda Matsushima anche se è lunga e larga un terzo. Ma quello che si prova qui è molto diverso: mentre Matsushima è gioiosa e avvenente, Kisakata è triste e tormentata, esprime una rude desolazione, la solitudine d’un’anima in pena.

Le mimose fradice di pioggia di Kisataka
come dama Hsi-shih
disfatta dal mal d’amore

Freschezza marina delle gru
appollaiate sulle lunghe gambe
nella spuma di mare di Shiogoshi

Fummo alla festa del paese.

Cosa bolle in pentola
a Shiogoshi
la sera della festa?

Sora

Tregua di pescatori
seduti fuori al fresco
le brevi notti d’estate

Teiji, mercante di Mino

Su un nido di rapaci in un anfratto di roccia sulla riva:

Per questo nido di scoglio
hai fatto tregua con l’onda?
falco di mare

Sora

 




Sakata

Oku no Hosomichi, cuaderno de viaje, del gran Poeta de Haiku, Matshuo Bashô.

La strada del Nord

CAPITOLI

  1. Prologo
  2. Partenza
  3. Soka
  4. Gozaemon il Buddha
  5. Nikko
  6. Kurobane
  7. Sesshoseki, la “Pietra che uccide”
  8. Il salice di Saigyo ad Ashino
  9. La dogana di Shirakawa
  10. Sukagawa
  11. Paludi di Asaka
  12. La pietra da stampa di Shinobu
  13. Il castello di Sato a Maruyama
  14. Iizuka
  15. Kasashima
  16. Il pino di Takekuma
  17. Sendai
  18. La stele di Tsubo
  19. Sue-no-Matsuyama
  20. Shiogama
  21. Matsushima
  22. Zuigan-ji
  23. Ishi-no-maki
  24. Hiraizumi
  25. Shitomae-no-seki
  26. Natagiri-toge, “il Passo della serpe”
  27. Obanazawa, “la Valle delle canne argentate”
  28. Il tempio in cima alla collina
  29. Oishida, o la grande pietraia
  30. Il fiume Mogami
  31. Haguro-yama
  32. Gassan e Yudono-yama
  33. Sakata
  34. Kisakata
  35. La strada del Nord
  36. Nago-no-ura
  37. Kanazawa
  38. Tada
  39. Nata-dera
  40. I bagni di Yamanaka
  41. Zensho-ji
  42. La strada di Eihei-ji
  43. Fukui e Tsuruga
  44. Ogaki
  45. Epilogo

Bosque de Bambú, Camino del Haiku.Camino del Haiku