L’ottavo giorno della Sesta Luna scalammo il “monte della Luna”. Portavamo al collo delle
ghirlande propiziatorie in carta di gelso e, sul capo, la stola di cotone sbiancato che preserva
dall’impurità. Condotti da una di quelle guide chiamate go-riki (“l’Onorabile forza”)
camminammo più di sette leghe attraverso nebbia e nuvole, calpestando il ghiaccio e la neve
eterna, salendo così in alto che ci sembrava di muoverci sul piano della luna e del sole.
Giungemmo in cima gelati fino alle ossa e ansimanti. Il sole era tramontato e saliva l’astro
notturno. Abbiamo atteso l’alba su una lettiera di bambù nani, con qualche ramo a fare da
cuscino. Quando tornò il giorno dissipando la bruma del mattino, affrontammo la discesa su
Yudono-yama. Scendendo nella valle vedemmo una forgia abbandonata. Si dice che un
armaiolo della provincia di Dewa avesse scelto questo luogo per le virtù della sua acqua.
Dopo essersi purificato con le rituali lustrazioni, in pieno raccoglimento forgiava e temperava
lame che firmava “Gassan”, nome che divenne famoso ben presto in tutto l’Impero (forse è
un’informazione confusa; due Gwassan della provincia di Dewa, famosi per le spade,
appartengono al tardo XII secolo e sarebbe improbabile trovare le vestigia della loro forgia;
diversi altri spadaioli del XVI secolo adottarono quel nome con manufatti di valore inferiore).
Pensando alle spade che il famoso armaiolo Kangchiang temperava alla sorgente di Lungchuan
in Cina, aiutato nel lavoro dalla sua sposa Muyeh, mi dicevo che l’eccellenza è il frutto
di sforzi superiori alla capacità dell’uomo ordinario.
Mentre ci riposavamo nel cavo di una roccia, vidi un piccolo ciliegio che cominciava appena
a fiorire a qualche metro da noi. Pensare che questo esile fusto ha passato tutto l’inverno sotto
la neve, ma non dimentica di fiorire quando la primavera risveglia questa terra scoscesa!
Insolentemente eretto come l’immagine opposta del koan zen “fragili fiori di prugno sotto il
fuoco del sole”, questo arbusto mi ricordava la strofa di Gyoson:
Piccolo ciliegio selvaggio
io solo l’amo
e solo lui fa altrettanto!
Ma questa timida fioritura, qui, in questo luogo, mi commuoveva ancora di più.
Quanto alle cose viste sul monte Yudono, il segreto a cui si attengono tutti coloro che vi si
recano, mi impedisce di parlare.
Avevamo appena riguadagnato le nostre celle al Monastero della Valle del Sud, che il
Superiore venne a chiederci le nostre impressioni poetiche. Scrissi proprio per lui:
Brillante falce di luna
sulla china scura e frondosa
del monte Haguro
Copre la cima
il gioco delle nuvole
disturbato solo dalla luna crescente
Lacrime sulla mia manica
perché il voto m’impone
di non parlar di Yudono
E Sora, da parte sua:
Le offerte dei pellegrini
sul sentiero di Yudono
toccano il cuore!
(Le offerte dei pellegrini erano poste sui tronchi). |